Giorgio Vasari (progetto)
Autore: Giorgio Vasari (Arezzo 1511-Firenze 1574): progetto; Giovanni Battista Lorenzi (Settignano 1527 circa-Pisa 1594): Busto di Michelangelo, Pittura; Valerio Cioli (Settignano 1529-Firenze 1599): Scultura; Giovanni Bandini (detto Giovanni dell’Opera; Firenze 1540 circa-1599): Architettura; Giovan Battista Naldini (Firenze 1535-1591): Pietà e angeli reggi cortina
Titolo: Tomba monumentale di Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
Data: 1564-1576
Materia e tecnica: marmo bianco di Carrara, marmi policromi, pittura murale
Misure: 500 x 600 cm
Collocazione: basilica di Santa Croce, navata destra, tra prima e seconda campata
Michelangelo morì a Roma il 18 febbraio 1564 e fu sepolto nella basilica dei SS. Apostoli. Il nipote Leonardo ne trafugò in modo avventuroso la salma riportandola in gran segreto a Firenze “ad uso di mercanzia […] in una balla”. Le spoglie giunsero l’11 marzo e, nonostante la volontà di tener nascosto l’evento, la notizia della traslazione in Santa Croce si diffuse rapidamente. La chiesa fu subito tanto gremita da rendere difficile il trasferimento del corpo in sagrestia, dove venne esposto per permettere l’omaggio al grande maestro da trent’anni lontano dalla città. Le solenni esequie avvennero in seguito nella basilica di San Lorenzo, ma il duca Cosimo volle che gli “fusse dato un luogo onorato in Santa Croce per la sua sepoltura, nella quale chiesa egli in vita aveva destinato d’esser sepolto per esser quivi la sepoltura de’ suoi antichi”.
La riappropriazione postuma del mito di un artista tanto glorioso fu dunque conseguita sottolineando il rapporto con la città d’origine e il secolare vincolo dei Buonarroti col quartiere di Santa Croce dove la famiglia abitava e aveva la propria tomba di famiglia. La chiesa fu scelta anche per il ruolo di custode delle glorie fiorentine, assunto da quando aveva accolto i sepolcri dei cancellieri Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini.
Il monumento a Buonarroti, su disegno di Giorgio Vasari e ideato da Vincenzio Borghini, fu ultimato solo nel 1576: il Busto di Michelangelo e la statua della Pittura vennero affidati a Giovan Battista Lorenzi, la Scultura a Valerio Cioli e l’Architettura a Giovanni Bandini. A Giovan Battista Naldini fu assegnata l’esecuzione degli affreschi. Il risultato è un manifesto programmatico dell’Accademia del Disegno: tutti gli artisti coinvolti erano accademici e il simbolo delle tre corone intrecciate spicca nel registro principale. L’emblema, ideato da Borghini per l’istituzione, venne ritenuto da Vasari anche insegna personale di Michelangelo, in ricordo dei tre cerchi con cui siglava i blocchi di marmo prescelti nelle cave.