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Cenacolo
Costruito nella prima metà del Trecento, l’antico refettorio del convento si presenta come un’ampia sala rettangolare coperta da un tetto a capriate.
La funzione dell’ambiente è sottolineata dalle scene conviviali inserite nell’affresco di Taddeo Gaddi sulla parete di fondo: in questo spazio, infatti, la comunità condivideva il momento del pasto, generalmente accompagnato dalla lettura di testi religiosi.
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Durante l’Ottocento il Cenacolo venne adibito a vari usi: da fabbrica di tappeti a magazzino di uffici pubblici e, infine, a deposito di opere d’arte.
Nel 1900 venne qui inaugurato il primo nucleo del Museo dell’Opera dove sono stati accolti capolavori quali il San Ludovico di Tolosa di Donatello e il Crocifisso di Cimabue (oggi in Sagrestia).
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Nei decenni successivi si aggiunsero altre opere tra cui i frammenti del grandioso affresco con il Trionfo della morte, l’Inferno e il Giudizio Universale, dipinti da Andrea Orcagna intorno al 1345 nella navata destra della chiesa.
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Andrea Orcagna, Inferno, particolare, 1345 circa. Basilica di Santa Croce, Cenacolo
Nel 2016 vi è stata riportata la tavola dell’Ultima cena di Vasari alla fine del lungo restauro reso necessario dai danni subiti nella devastante alluvione del 1966.
L’antica funzione della sala quale luogo di condivisione e riflessione perdura ancora oggi grazie alle conferenze e ai concerti organizzati dall’Opera di Santa Croce.
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