Interno del Cenacolo. Firenze, Santa Croce, complesso monumentale

Cenacolo

Costruito nella prima metà del Trecento, l’antico refettorio del convento si presenta come un’ampia sala rettangolare coperta da un tetto a capriate.

La funzione dell’ambiente è sottolineata dalle scene conviviali inserite nell’affresco di Taddeo Gaddi sulla parete di fondo: in questo spazio, infatti, la comunità condivideva il momento del pasto, generalmente accompagnato dalla lettura di testi religiosi.

Taddeo Gaddi, “Albero della Vita e Ultima Cena”, 1345-1350 circa, affresco staccato. Firenze, Santa Croce, Cenacolo
Taddeo Gaddi, Albero della Vita e Ultima Cena, 1345-1350 circa
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Durante l’Ottocento il Cenacolo venne adibito a vari usi: da fabbrica di tappeti a magazzino di uffici pubblici e, infine, a deposito di opere d’arte. 
Nel 1900 venne qui inaugurato il primo nucleo del Museo dell’Opera dove sono stati accolti capolavori quali il San Ludovico di Tolosa di Donatello e il Crocifisso di Cimabue (oggi in Sagrestia). 

Donatello, “San Ludovico di Tolosa”, 1422-1425, bronzo dorato, argento, smalti e cristalli di rocca. Firenze, Santa Croce, Cenacolo
Donatello, San Ludovico di Tolosa, 1418-1425
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Nei decenni successivi si aggiunsero altre opere tra cui i frammenti del grandioso affresco con il Trionfo della morte, l’Inferno e il Giudizio Universale, dipinti da Andrea Orcagna intorno al 1345 nella navata destra della chiesa.

Andrea Orcagna, “Inferno”, particolare, 1345 circa, affresco staccato. Firenze, Santa Croce, Cenacolo

Andrea Orcagna, Inferno, particolare, 1345 circa. Basilica di Santa Croce, Cenacolo

Nel 2016 vi è stata riportata la tavola dell’Ultima cena di Vasari alla fine del lungo restauro reso necessario dai danni subiti nella devastante alluvione del 1966.

L’antica funzione della sala quale luogo di condivisione e riflessione perdura ancora oggi grazie alle conferenze e ai concerti organizzati dall’Opera di Santa Croce.

Giorgio Vasari, “Ultima cena”, 1546-1547, olio su tavola. Firenze, Santa Croce, cenacolo, parete destra
Giorgio Vasari, Ultima cena, 1546-1547
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