Dantedì, da Santa Croce l’appello alla speranza
Monica Guerritore legge i versi della Divina Commedia
Un appello alla speranza nel nome di Dante è quello partito oggi nella basilica di Santa Croce durante la presentazione del restauro del cenotafio, il monumento sepolcrale vuoto del poeta. L’invito alla speranza è stato condiviso dalla presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, dal sindaco di Firenze Dario Nardella, dal prefetto Alessandra Guidi e da padre Paolo Bocci, rettore della basilica.
Ma il messaggio più forte di speranza è venuto dai versi della Commedia con cui Monica Guerritore ha aperto la cerimonia, l’inizio del primo canto dell’Inferno e due terzine del canto XXIV del Purgatorio. “In Dante si sente tutta la grandezza dell’animo umano, della poesia e delle arti. Dante ancora ci parla e ci commuove, cioè ci ‘muove insieme’ per questo è grande. Appena oggi ho cominciato a dire ‘nel mezzo del cammin di nostra vita’, ci siamo ritrovati tutti insieme”, ha sottolineato l’attrice.
Santa Croce è un luogo simbolo del Dantedì 2021. “Oggi siamo qui tutti insieme, nel luogo della riconciliazione definitiva fra il sommo poeta e la sua città, per lanciare un messaggio di unità e speranza – ha affermato la presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi – Il restauro del cenotafio di Dante è proprio frutto dell’unità delle istituzioni e, come accadde per la realizzazione del monumento nell’Ottocento, è anche un dono dei mecenati contemporanei: Florence e Christian Levett, la Dedalus Italia e la El.En.”
“Dante oggi ci dà speranza, illumina i nostri sogni e ci rende orgogliosi di essere italiani, ma soprattutto di far parte di quel paese che ha dato al mondo intero civiltà e cultura”, ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella. Incalzato sul ritorno delle spoglie di Dante a Firenze, Nardella ha risposto che “Dante è ovunque, nessuna rivendicazione, ma un grande atto d’amore verso il poeta. Per questo abbiamo progetti bellissimi e iniziative che hanno coinvolto giovani, scuole, teatri e i luoghi della città”.
“Il valore dell’unità caratterizza questa iniziativa e si esprime anzitutto nel gesto di restituire a Firenze e a tutta la comunità la luminosità di questo monumento, proprio adesso che abbiamo bisogno di luce e speranza”, ha aggiunto il prefetto Alessandra Guidi.
“Virgilio e Beatrice, la ragione e la fede che accompagnano Dante nel suo percorso, sono un punto di riferimento per il momento che stiamo vivendo - ha aggiunto Padre Paolo Bocci, che ha indicato in questi valori umani e spirituali uno strumento attuale per le scelte future.”
Il volto solennemente pensoso del poeta, che dall’alto sembra scrutare in eterno la storia degli uomini, ha ritrovato la sua luce antica grazie al restauro che ha interessato l’intero cenotafio, opera dello scultore Stefano Ricci, che i fiorentini nel 1830 dedicarono a Dante con dichiarato intento risarcitorio. L’intervento di conservazione è stato condotto utilizzando metodologie tradizionali e il ricorso alla tecnologia laser che ha consentito di intervenire nelle parti che presentavano maggiori problematiche di conservazione. Il restauro è stato eseguito da Stefano Landi insieme ad alcuni collaboratori, tra cui Aviv Fürst che ha curato il recupero delle dorature. Con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio della Città metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, il restauro è stato coordinato da Eleonora Mazzocchi, Responsabile del Servizio tutela e gestione del Patrimonio Storico artistico dell’Opera di Santa Croce.