Presentazione del restauro del monumento funebre di Louise di Stolberg-Gedern

Appuntamento mercoledì 26 febbraio alle ore 11.00 in cappella Castellani.

Programma

Alla presentazione interverranno Stefano Filipponi, Segretario generale dell’Opera di Santa Croce; Eleonora Mazzocchi, conservatore dell’Opera di Santa Croce; la restauratrice Paola Rosa e la donatrice Donna Malin che ha reso possibile il restauro.

A seguire è prevista una visita guidata a tema Santa Croce in rosa (su prenotazione) dedicata alla scoperta di grandi figure femminili sepolte in Santa Croce, che verranno raccontate durante un percorso di visita insolito in cui donne di ogni rango e occupazione acquistano voce e rendono testimonianza di alcune delle più coinvolgenti storie di passione artistica, impegno spirituale e politico.

L'ingresso è libero su prenotazione. Al momento i posti sono esauriti, vi invitiamo a ricontrollare nelle prossime ore per eventuali nuove disponibilità.

Monumento funebre a Luisa di Stolberg-Gedern dopo il restauro

Il monumento dopo il restauro

Il monumento funebre

Il sepolcro di Louise di Stolberg-Gedern si trova all’interno della cappella Castellani, poco lontano da quello di Vittorio Alfieri. Fu ideato da Charles Perçier e scolpito da Edoardo Santarelli, che diede forma al gruppo marmoreo Fede, Speranza e Carità, mentre a Ottavio Giannozzi fu affidata la realizzazione della elaborata cornice dell’opera.

L'impianto architettonico ricorda i monumenti antichi: sopra un alto basamento si ergono lesene decorate che sorreggono un arco a tutto sesto, altrettanto riccamente ornato, nello specchio del quale compare lo stemma della famiglia Stolberg-Gedern, sorretto da un leone e da un cavallo rampante. Tra le lesene si trova l'urna, sormontata dalle allegorie delle tre virtù teologali (Fede, Speranza, Carità) e affiancata da due angeli. L’epitaffio contiene tutti i titoli che la Stolberg riuscì a mantenere nonostante le difficoltà e a dispetto delle tradizioni patriarcali dell’epoca.

Chi era Louise di Stolberg-Gedern

Nata in una delle famiglie aristocratiche più antiche di Prussia e cresciuta sotto l’ala protettrice di Maria Teresa d’Austria, Louise di Stolberg-Gedern sposò, per volere della diplomazia internazionale, Charles Edward Stuart, considerato dai giacobiti il legittimo erede al trono di Inghilterra, Scozia e Irlanda.

L’unione si rivelò ben presto fallimentare e pericolosa per la stessa vita di Louise, che grazie alle sue doti diplomatiche fece appello al Granduca Pietro Leopoldo, al Cardinale di York e a Gustavo III di Svezia per ottenere una separazione legale, oltre a un vitalizio che le consentisse di mantenere la propria indipendenza e il benessere economico. Una scelta ardua e audace per una donna del XVIII secolo, che rischiava di trasformarsi in un’emarginata sociale, visto che la natura violenta del marito non necessariamente poteva essere una giustificazione sufficiente per la società dell’epoca.

Una volta ottenuta la separazione, Louise di Stolberg-Gedern si trasferì prima a Parigi e poi a Firenze insieme al compagno Vittorio Alfieri. A Firenze, presso Palazzo Gianfigliazzi, diede vita a uno dei saloni letterari più popolari della città frequentato da Canova, Lord Byron, Chateaubriand e molti altri celebri artisti dell’epoca.

Alla morte di Alfieri, si adoperò perché il drammaturgo ricevesse degna sepoltura nella basilica di Santa Croce, già allora conosciuta come il pantheon degli italiani, e ingaggiò Canova per la realizzazione del monumento funebre.

La donatrice Donna Malin

Avvocato newyorkese, Donna Malin si è ritirata da Johnson & Johnson dopo un'intensa carriera durata trent'anni. Durante il suo percorso lavorativo, oltre all’attività in ambito legale si è dedicata al mentoring e alla promozione dello sviluppo professionale e personale delle donne, lavorando in particolare con i senzatetto di New York. È stata per diversi anni vicepresidente di Women in Need, Inc. (WIN), un'organizzazione senza fini di lucro che aiuta donne e bambini senzatetto, a New York, a ricostruire le loro vite ed interrompere il ciclo di vagabondaggio.

Donna ha visitato per la prima volta Firenze da adolescente e si è innamorata della città. In seguito, è tornata ogni anno e ora vi risiede per diversi mesi all'anno. Nel 2014 ha iniziato a seguire le attività dell’Opera di Santa Croce, sostenendo diversi progetti di restauro (la tomba di Michelangelo e quella di Machiavelli, il loggiato della Cappella Pazzi, il monumento funebre di Louise di Stolberg-Gedern) e finanziando una pubblicazione intitolata American Reflections, dedicata al profondo legame che unisce Santa Croce con gli Stati Uniti.

Donna Malin con Paola Rosa e Emanuela Pieretti

Donna Malin (al centro) con le restauratrici Emanuela Pieretti (a sinistra) e Paola Rosa (a destra)