Dopo il restauro rinasce il monumento del Conte Skotnicki
Un grazie a Inner Wheel Club Firenze Medicea per aver sostenuto il progetto.
Michal Bogoria Skotnicki fu un nobile polacco animato da una grande passione per l’arte. Morì giovanissimo a Firenze e il suo monumento funebre fu commissionato dalla moglie Elzbieta ad uno scultore di talento ma ancora poco conosciuto, Stefano Ricci.
L'opera rappresenta il primo memoriale in Santa Croce riservato a un cittadino straniero e ha un altissimo valore simbolico, poiché rimanda a quella società cosmopolita, popolata da personaggi nobili e colti, che percorreva l’Europa scegliendo spesso di stabilirsi proprio a Firenze, dove animava la vita culturale e civile della città.
L’eleganza delle forme unite a una grande forza espressiva e alla luminosità del marmo apuano, rendono questo monumento un unicum che affascina da sempre i nostri visitatori e che ha riacquistato forza e luce grazie a un intervento di restauro generosamente sostenuto da Inner Wheel Club Firenze Medicea ed eseguito dalle restauratrici Paola Rosa ed Emanuela Peiretti.
Un grazie di cuore a Inner Wheel Club Firenze Medicea, che da oltre vent’anni sostiene l’Opera di Santa Croce nella sua missione di tutela contribuendo a numerosi restauri all’interno del complesso, a cominciare dalle opere in terracotta invetriata policroma attribuite ai Della Robbia fino al più recente restauro del tabernacolo di Mino da Fiesole nella cappella Castellani, che accoglie anche il monumento a Skotnicki.
L’intervento
Il restauro del monumento, che si trova nella Cappella Castellani, ha visto un’approfondita pulitura delle superfici con lo scopo di alleggerire i residui di cere ingiallite che erano state applicate per ammorbidire la superficie dei marmi rimasta troppo arida dopo la pulitura, avvenuta in seguito all’alluvione del 1966.
L’opera
L’opera fu realizzata tra il 1808 e il 1812 da Stefano Ricci, lo stesso scultore che realizzerà qualche anno più tardi il cenotafio di Dante in Santa Croce. Il monumento è composto da un basamento sormontato dalla scultura di una donna dolente dal volto parzialmente celato, ovvero la Fede Coniugale, ed un cippo funerario. Ai piedi della donna giacciono una lira e una tavolozza con pennelli, un omaggio ai talenti artistici del conte polacco.
Un vero capolavoro dell’arte neoclassica che congiunge l’intima rappresentazione del dolore alle delicate forme scolpite nel marmo. Per questa opera Ricci si meritò l’ammirazione incondizionata di Antonio Canova entrando così a far parte della più prestigiosa cerchia artistica del tempo.
La storia
Il monumento del conte Skotnicki fu commissionato della moglie Elzbieta Laskiewiez che ne volle uno identico anche per la cappella di famiglia nella cattedrale di Wawel a Cracovia. La vicenda della nobile coppia polacca è rappresentativa del vivace contesto culturale europeo ottocentesco animato da eclettici e cosmopoliti intellettuali che viaggiavano e soggiornavano nelle maggiori città. Michal ed Elzbieta si erano stabiliti a Firenze nel 1805 e avevano cominciato a frequentare Luisa di Stolberg-Gedern, la celebre contessa D’Albany e compagna di Vittorio Alfieri e molto conosciuta nei salotti romani, fiorentini e parigini.
Il conte coltivava con grande passione la musica e la pittura e nel 1807 divenne membro onorario dell’Accademia delle Arti del Disegno. Skotnicki morirà a soli trentatré anni, ma il suo monumento, collocato proprio davanti a quello di Luisa di Stolberg-Gedern, all’interno della Cappella Castellani di Santa Croce, sarà ricordato per gli anni a venire.