Antonio Berti
Autore: Antonio Berti (San Piero a Sieve 1904-Sesto Fiorentino 1990)
Titolo: Tomba monumentale di Ugo Foscolo (1778-1827)
Data: 1935-1937, inaugurato 1939
Materia: marmo
Misure: 353 x 80 x 65,5 cm
Iscrizione: "ANTONIO BERTI 1939 XVII [27]"
Collocazione: basilica di Santa Croce, navata destra, settima campata
Foscolo è rappresentato giovane, in uno spavaldo atteggiamento da combattente, avvolto nel mantello e con stivali speronati, davanti a un “basamento di colonna greca” che “si ricollega alla sua lontana origine ellenica”. La camicia dall’ampio colletto e i favoriti contestualizzano cronologicamente il poeta, il cui volto è ispirato ai ritratti più noti. La figura – elevata su un piedistallo in marmo bianco con scolpiti il nome e Le tre grazie danzanti – è inserita in una nicchia. La destra indica le tombe che, nel carme Dei Sepolcri, gli facevano additare Santa Croce come “tempio delle itale glorie”.
Alla morte di Foscolo, avvenuta il 10 settembre 1827 a Turnham Green, “esule in suol straniero”, le spoglie furono inumate nel cimitero di Chiswick, dove rimasero fino al 1871, quando vennero traslate in Santa Croce. Inizialmente il poeta fu ricordato da una lastra di marmo col nome, poi fu creato un comitato per erigergli un monumento, ma tre concorsi non risultarono sufficienti per proclamare il vincitore. Solo nel 1910 la quarta giuria scelse l’opera del giovane Zulimo Rossellini, che l’ultimò solo nell’agosto del 1927. Le polemiche sull’autore, sconosciuto, e la volontà di dare una connotazione più militaresca all’insieme, ne impedì la collocazione in Santa Croce. Dal 1994 il monumento è nel Giardino delle Magnolie dell’Università di Pavia.
Secondo la versione del Comune di Firenze, nel 1935 il ministro De Vecchi di Val Cismon, saputo che Antonio Berti aveva – su suggerimento del maestro Libero Andreotti – preparato dei bozzetti di una statua di Foscolo, ne aveva scelto uno, commissionandone l’esecuzione. Oltre ad Andreotti, morto nel 1933, potrebbe aver avuto un ruolo anche Ugo Ojetti, tra i più potenti uomini di cultura del Ventennio, che aveva da sempre sostenuto Berti.
Il monumento fu ultimato nel 1937, ma l’inaugurazione ebbe luogo solo il 27 aprile 1939. La volontà del governo fascista e del Comune di Firenze di appropriarsi politicamente della risoluzione dell’annosa vicenda è dichiarata nell’iscrizione pavimentale.