Giovanni Battista Foggini (progetto)
Autore: Giovanni Battista Foggini (Firenze 1652-1725): progetto, busto di Galileo; Giulio Foggini (notizie dal 1729 al 1741): progetto; Vincenzo Foggini (Firenze 1701 circa-1755): Astronomia;
Girolamo Ticciati (Firenze 1676-1744): Geometria
Titolo: Tomba monumentale di Galileo Galilei (1564-1642)
Data: 1737
Materia: marmi bianchi e policromi, pietra serena, stucco policromo
Misure: 700 x 460 x 75 cm
Collocazione: basilica di Santa Croce, navata sinistra, tra prima e seconda campata
Il corpo di Galileo, che aveva in Santa Croce la tomba di famiglia, alla morte avvenuta nel 1642 fu sepolto, quasi di nascosto, in un piccolo ambiente presso la cappella del Noviziato.
Alla realizzazione di un monumento, voluto e promosso dal fedele discepolo Vincenzo Viviani, si opposero infatti fin da subito gli ambienti ecclesiastici, che ritennero inopportuno celebrare la memoria di un uomo sospettato di eresia. Occorrerà attendere quasi un secolo perché un monumento funebre celebrativo del grande scienziato venga realizzato nella navata sinistra della basilica davanti al sepolcro di Michelangelo. Fu grazie al volere del granduca Gian Gastone de’ Medici (1671-1737) e alla sua politica di modernizzazione dello Stato volta a limitare il potere della Chiesa, che si giunse a un epilogo della vicenda.
Sopra un basamento costituito da un alto zoccolo tripartito è collocato il sarcofago affiancato da due statue allegoriche: a sinistra l’Astronomia che tiene in mano una pergamena con le macchie solari, eseguita da Vincenzo Foggini; a destra la Geometria che mostra una tavola con il piano inclinato e la caduta dei gravi di Girolamo Ticciati. Sopra il sepolcro, una nicchia, modellata all’interno a forma di valva, contiene il busto di Galileo di Giovan Battista Foggini, a cui si deve il progetto dell’intero monumento; in alto lo stemma di famiglia.
Lo scienziato è raffigurato con lo sguardo rivolto al cielo, mentre stringe nella mano destra il cannocchiale e con la sinistra trattiene il globo celeste appoggiato su alcuni libri e un compasso. Al centro nel cartiglio è rappresentato il pianeta Giove con i suoi satelliti, scoperti da Galileo e da lui chiamati “pianeti medicei”. In basso una lunga iscrizione composta da Simone di Bindo Peruzzi celebra la figura dello scienziato.
Il monumento, dalla gestazione così travagliata, nella sua forma austera presenta precisi richiami formali alla statuaria funeraria romana di Bernini e Algardi, ma si confronta anche con la tomba di Michelangelo, che la fronteggia nella navata opposta.