Giotto
Autore: Giotto di Bondone (Colle di Vespignano, Mugello 1267 circa-Firenze 1337) e bottega
Titolo: Storie di san Giovanni Battista e di san Giovanni Evangelista
Parete sinistra: Storie di san Giovanni Battista; Annuncio a Zaccaria nel tempio; Nascita di san Giovanni Battista; Zaccaria, divenuto muto, scrive il nome del figlio; Banchetto di Erode; Salomè presenta la testa del Battista a Erodiade
Parete destra: Storie di san Giovanni Evangelista; Visione apocalittica di san Giovanni Evangelista in esilio nell’isola di Patmos; Resurrezione di Drusiana; Morte e assunzione di san Giovanni Evangelista
Specchiature a finti marmi; fasce ornamentali con figure entro medaglioni
Parete di fondo: Agnello mistico
Volta: Simboli degli Evangelisti entro medaglioni; fascia ornamentale a decorazioni geometriche
Archivolto: Otto busti di profeti entro medaglioni
Data: 1310-1311 circa
Materia e tecnica: pittura murale a secco
Collocazione: basilica di Santa Croce, transetto destro, cappella Peruzzi
La tecnica con cui sono stati eseguiti i dipinti murali, quasi completamente a secco e non ad affresco, ne ha compromesso la leggibilità, ulteriormente danneggiata dagli interventi di scialbatura e restauro succedutisi nei secoli. Forse anche per questo motivo la cronologia è discussa: secondo la maggioranza degli studiosi è anteriore all’esecuzione della Bardi, con una datazione all’inizio del secondo decennio, secondo altri la segue.
La scelta dei santi potrebbe essere dovuta a una volontà della committenza, ma anche alla coincidenza calendariale – evidenziata nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine cui le iconografie sono in parte ispirate – tra le festività dell’ascensione dell’Evangelista e della nascita del Battista.
Data la larghezza limitata della cappella, Giotto ha impostato la struttura prospettica delle composizioni in funzione di un punto di vista dall’arco d’ingresso, con le scene che presentano sfondi architettonici complessi e studiatissimi.
Le figure, avvolte in panneggi che rinviano al mondo classico, acquistano monumentalità grazie a gesti solenni e drammatici, come quello ricco di forza espressiva e vigore plastico della mano dell’Evangelista che richiama in vita Drusiana
In tutte le scene è evidente l’intento di riproporre fedelmente la realtà, come attesta la meticolosità con cui sono definiti lo strumento ad arco, una violetta da braccio, suonato nel Banchetto, le brocche in una nicchia nel muro o le cassapanche che circondano il letto nella Nascita del Battista. Innovativa, inoltre, nella lunetta con la Visione apocalittica, la rappresentazione paesistica “a volo d’uccello”, caratterizzata dall’isola che emerge dal mare increspato di onde.
Le fasce ornamentali che dividono le scene con motivi decorativi geometrici, racchiudono dieci esagoni con testine che potrebbero riproporre i volti di membri della famiglia Peruzzi: una precoce raffigurazione di committenti, non inginocchiati davanti alla figura sacra, ma rappresentati in ritratti autonomi.