Bernardo Rossellino
Autore: Bernardo Rossellino (Bernardo di Matteo Gamberelli; Settignano 1409-Firenze 1464)
Titolo: Tomba monumentale di Leonardo Bruni (1370-1444)
Data: 1445-1450 circa
Materia: marmo
Misure: 715 x 316, 2 cm
Collocazione: basilica di Santa Croce, navata destra, sesta campata
I sepolcri di Leonardo Bruni e di Carlo Marsuppini, che si fronteggiano nelle navate della chiesa, segnano il passaggio di Santa Croce da tempio funerario della più importanti famiglie del quartiere a custodia delle pubbliche glorie fiorentine.
Fu infatti presumibilmente la Signoria a commissionare e a pagare le spese per la costruzione delle imponenti sepolture del Bruni, umanista, storico e cancelliere della Repubblica fiorentina e del suo successore Marsuppini.
Con questo sepolcro, un tempo dorato e policromato, Bernardo Rossellino crea il prototipo del monumento funerario fiorentino del Rinascimento, sia per lo schema compositivo che per l’inserimento di elementi di derivazione classica e non ultimo per il sapiente uso dell’iscrizione epigrafica sul sarcofago. Linearità e chiarezza caratterizzano l’impianto architettonico, privo di figure allegoriche e tendaggi propri delle tombe medievali.
Il monumento è costituto da un’edicola ad arco sostenuta da pilastrini laterali – che richiama sia il sepolcro ad arcosolio che l’arco trionfale romano – al cui interno è posto il sarcofago sormontato dal letto funebre con la figura giacente del defunto, realisticamente descritta, che stringe tra le mani una copia della sua Historia fiorentina. Le paraste sorreggono la trabeazione e su di esse si imposta un arco a tutto sesto che racchiude un rilievo con la Madonna col Bambino e due angeli, coronato dallo stemma di famiglia retto da due putti alati.
Le finissime decorazioni delle parti architettoniche si ispirano agli ornati degli ordini classici, ma l’insieme compositivo richiama anche modelli brunelleschiani e albertiani.
Nel sarcofago due vittorie alate reggono l’epigrafe umanistica in caratteri latini, fulcro della glorificazione laica del defunto: “POSTQUAM LEONARDUS E VITA MIGRAVIT / HISTORIA LUGET, ELOQUENTIA MUTA EST / FERTURQUE MUSAS TUM GRAECAS TUM / LATINAS LACRIMAS TENERE NON POTUISSE” (Dopo la morte di Leonardo, la Storia piange, l’Eloquenza è muta, e le muse greche e latine non possono trattenere le lacrime).