Il patrimonio artistico di Santa Croce
“Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”. Stendhal descrive meglio di chiunque altro la sensazione di smarrimento provata dopo una visita a Santa Croce, testimoniando la straordinaria ricchezza e l’unicità del patrimonio conservato all’interno della basilica. Quell’esperienza è oggi nota come la “sindrome di Stendhal”.
Il complesso monumentale di Santa Croce racchiude un patrimonio incomparabile di spiritualità, arte, storia e cultura, arricchitosi nel corso dei secoli grazie alla committenza di uomini di chiesa, famiglie illustri, gruppi confraternali, mecenati illuminati, ma anche del potere politico, e che vanta capolavori di architettura, pittura e scultura unici al mondo, in una sequenza ininterrotta dal Medioevo all’età contemporanea.
Santa Croce è l’insieme della grandiosa architettura gotica della basilica, realizzata a partire dal 1294-1295 su progetto di Arnolfo di Cambio, e della perfezione rinascimentale della cappella Pazzi di Brunelleschi; delle testimonianze più alte della pittura fiorentina del Trecento – i grandi cicli affrescati che narrano le storie sacre realizzati da Giotto e dai suoi allievi – e delle pale d’altare del Rinascimento e della Controriforma; delle sculture di Donatello e delle tombe monumentali dei grandi personaggi italiani – Michelangelo, Galileo, Machiavelli, Alfieri – dalle cui virtù gli uomini moderni devono trarre ispirazione.
La basilica francescana di Santa Croce accoglie dunque l’intera storia di arte, fede della cultura occidentale, e non solo.