"Madonna col Bambino e santi" di Giovanni della Robbia
La pala d’altare di Giovanni della Robbia, databile agli anni Venti del Cinquecento – probabilmente non più toccata dal periodo dell’alluvione e mai restaurata – portava i segni di numerosi rimaneggiamenti, oltre ai traumi dovuti ai numerosi smontaggi e rimontaggi succedutisi nei secoli. Le cromie originali erano in alcuni casi offuscate e celate da vernici dorate, talvolta coperte da ridipinture e ingrigite dall’accumulo di sporco e nerofumo delle candele. Erano però i volti delle figure a presentare le più gravi condizioni conservative. Nell’area della predella bagnata dall’acqua dell’alluvione del 1966 erano presenti concrezioni tenaci e un deposito di sporco consistente.
L’intervento di restauro è iniziato con la verifica delle parti soggette a debolezza degli smalti e dell’impasto ceramico. Al fine di preservare ogni parte dell’opera sono stati fatti dei pre-consolidamenti nelle aree ove lo strato di invetriatura e smalto erano più fragili.
Si è proceduto con una generale prima spolveratura e rimozione meccanica delle stuccature non originali e abbassamento del livello delle ricostruzioni. Lo sporco più tenace è stato rimosso meccanicamente ammorbidendolo con impacchi di soluzione di carbonato di ammonio in acqua deionizzata. Le aree degli incarnati hanno previsto un differente approccio: dopo aver effettuato delle prove, in accordo con la direzione dei lavori, si è deciso di rimuovere le ridipinture dato il loro pessimo stato di conservazione. La rimozione è avvenuta gradualmente, ammorbidendo lo strato con solventi e con successiva azione meccanica. Al di sotto delle ridipinture si è trovato lo strato originale di terracotta con patinatura stabile e abbastanza omogenea, priva di smalto. Si è così riscoperto quel modellato robbiano che la pesante ridipintura aveva completamente nascosto per lungo tempo.
Alla fase di pulitura si è affiancata quella di consolidamento. Le stuccature tra giunti di cottura e delle parti ammalorate sono state eseguite con stucco a base acrilica, lisciato e rifinito per ottenere una superficie compatta in accordo al contesto. Si è mantenuto un livello leggermente più basso nei punti di raccordo tra i tagli del modellato e nelle fessurazioni dovute a rotture di cottura, mentre le stuccature sono stata portate a livello nelle parti deturpate da rotture più recenti. Tutti i difetti di cottura originali, considerati importanti per la conoscenza e comprensione dell’opera e della sua tecnica artistica, sono stati lasciati a vista.
Il restauro si è concluso con il ritocco pittorico delle integrazioni con colori ad acquerello. Un intervento riconoscibile e reversibile eseguito mediante la tecnica del puntinato.
Innovativo l’uso di moderne tecnologie a supporto del restauro nella fase della stuccatura. Una porzione di modanatura sopra l’iscrizione, ai piedi del trono, era infatti mancante di un’ampia parte di terracotta invetriata. Si è pertanto deciso di ripristinare l’unità formale, ricostruendo il pezzo, utilizzando un approccio reversibile. Dalla scansione tridimensionale del manufatto si è ottenuto un calco digitale fondamentale per la ricostruzione mediante software di modellazione 3D. La copia fisica è stata stampata in un pezzo unico in resina. Questa soluzione tecnica ha consentito il minimo contatto tra la ricostruzione e la materia originale e una piena reversibilità dell’intero intervento.
Il restauro è stato reso possibile con il contributo della Fondazione Friends of Florence grazie ai donatori Mary Sauer, Robert Doris e la figlia Annie.