Giotto, “San Francesco appare al Capitolo di Arles durante una predica di sant’Antonio da Padova ", scena delle "Storie di san Francesco", 1317-1325, affresco. Firenze, Santa Croce, transetto destro, cappella Bardi

#Giving4Giotto

Salviamo un capolavoro che appartiene a tutti!

Questa campagna di raccolta fondi ha come obiettivo la tutela di una straordinaria opera di Giotto: le Storie di san Francesco affrescate agli inizi del 1300 per la cappella Bardi.

A oltre 60 anni dall'ultimo intervento conservativo, questo nuovo progetto di restauro rappresenta un’occasione unica per riscoprire la grande forza comunicativa di Giotto e apprendere i segreti e le tecniche dell'artista in una delle più grandi e celebri basiliche francescane al mondo.

I lavori coinvolgono tutta la cappella e sono già stati cominciati grazie a singole donazioni private. In questo momento abbiamo bisogno di te e della tua generosità per riuscire a completarli: ogni contributo è prezioso e ci aiuterà a salvaguardare una meraviglia dell’arte, autentica espressione del patrimonio storico, culturale e spirituale di Santa Croce.

Giotto, "Morte di san Francesco, la cui anima viene portata in cielo dagli angeli; verifica delle Stimmate da parte dell’incredulo Girolamo", scena delle "Storie di san Francesco", 1317-1325, affresco. Firenze, Santa Croce, transetto destro, cappella Bardi

Giotto, Morte di san Francesco, la cui anima viene portata in cielo dagli angeli; verifica delle Stimmate da parte dell'incredulo Girolamo, scena delle Storie di san Francesco, 1317-1325

Giotto in Santa Croce

Giotto, artista fiorentino del Trecento, è considerato il padre della pittura italiana che ha cambiato la storia dell’arte. Tra le sue opere più iconiche, ormai conosciute in tutto il mondo, spicca per la sua magnificenza questo ciclo di affreschi. Dipinte all'interno della cappella Bardi in Santa Croce, le Storie della vita di san Francesco d'Assisi hanno un enorme valore culturale, artistico e spirituale, continuando ancora oggi a catturare l’attenzione di migliaia di visitatori e studiosi.

Nel corso del tempo, la storia di Giotto è stata via via arricchita di miti ed episodi che gli hanno conferito un’aura quasi leggendaria, al punto da essere menzionato anche da Dante nel canto XI del Purgatorio.

Scopri di più sulla vita di Giotto

Secondo le fonti Giotto era figlio di un povero pastore, nato a Vespignano, una piccola frazione del Mugello, a nord di Firenze. La tradizione narra che fu allievo di Cimabue, uno degli artisti più importanti del primo Rinascimento e autore del celebre Crocifisso conservato in Santa Croce.
Giotto iniziò probabilmente a sviluppare il suo grande talento ispirandosi alla pittura potente e drammatica di Cimabue, con cui l’artista condivide una somiglianza stilistica, senza tuttavia imitarlo fino in fondo: Giotto, ignorando le influenze bizantine del maestro, scelse di dipingere dal vero con uno stile più moderno che conferiva alle sue figure un tocco realistico e concreto.

Esistono diversi aneddoti su questo pittore: secondo uno di questi, citato anche da Vasari, un giorno Giotto dipinse una mosca con un tale realismo che il suo maestro Cimabue cercò invano di scacciarla dalla tela!

Artista molto ricercato, Giotto ricevette commissioni da tutta Italia. Fu una scelta quasi obbligata da parte dei Bardi, famiglia di banchieri fiorentini, affidargli l’incarico di decorare la cappella Bardi in Santa Croce.

Scopri di più sulla famiglia Bardi

La famiglia Bardi fu una ricchissima e potente dinastia di banchieri fiorentini, tra le più in vista della Firenze medievale. Proprietari di una tra le più grandi compagnie mercantili in Europa, avevano intessuto rapporti con il Papa, con il re di Napoli, il re d'Inghilterra e la potentissima casata dei Medici. Nel 1290 avevano fondato banche in tutta Europa tra cui Inghilterra, Spagna, Grecia, Bruxelles, Francia.
Come una delle famiglie più ricche e influenti della loro epoca, i Bardi decisero di lasciare un segno tangibile all'interno di Santa Croce, così che potesse essere ammirato da tutti. La famiglia si assicurò il patrocinio della cappella più vicina all'altare maggiore, senza dubbio un grande privilegio. Al tempo, il patrocinio nelle chiese serviva per assicurare la salvezza delle anime dei mecenati attraverso le donazioni destinate alla conservazione di alcuni ambienti, in questo modo riuscivano a preservare dei capolavori e accrescere allo stesso tempo il proprio prestigio familiare. Donatori e filantropi sono sempre stati presenti nella storia di Santa Croce e continuano a sostenerci anche oggi.

La struttura della cappella

Giotto decide di rappresentare le Storie di san Francesco, che precedentemente aveva dipinto anche nella basilica superiore di Assisi, in sei episodi affrescati sulle pareti laterali della cappella Bardi, tre in ogni facciata, più la scena delle Stimmate di san Francesco sopra l’arcone posto all’entrata della cappella.

Esterno della cappella Bardi. Firenze, Santa Croce, transetto destro

L'esterno della cappella Bardi

Scopri di più sulla conservazione

Gli affreschi sono pensati per essere visti dal centro della cappella: Giotto concepisce le scene superiori tenendo conto della visione dal basso, come dimostra l’edificio in scorcio nella scena della Rinuncia dei beni.

Rispetto alle esperienze precedenti di Assisi e Padova, qui l’artista cambia il rapporto tra figure e ambiente, introducendo invenzioni che modificano la spazialità delle scene. Giotto supera inoltre la rigidità stilisitica della sua epoca, indagando gli stati d’animo dei personaggi, studiandone i gesti e le espressioni. Ad esempio la rabbia del padre del santo e le grida dei ragazzi afferrati per i capelli nella scena della Rinuncia; la paura dei Saraceni che temono il confronto con Francesco e la conseguente ira del Sultano ne La Prova del Fuoco; il dolore e la tenerezza dei frati, l’incredulità dell’uomo che accerta le stimmate e lo stupore del frate che guarda l’anima del santo portata in cielo dalla Morte.

I riquadri narrano le fasi più significative della vita del Santo. Gli episodi raffigurati negli affreschi sono basati sulla Legenda Maior di Bonaventura da Bagnoregio, approvata dal Capitolo Generale di Pisa nel 1263 e riconosciuta nel 1266 come la più autorevole e unica fonte ufficiale per la vita di san Francesco.
Giotto organizza le scene rappresentando san Francesco nelle varie fasi della sua vita, in modo da garantire una chiarezza che permetta allo spettatore di coglierne facilmente il significato.

L’idea dell’artista è quella di rappresentare un parallelo tra la vita di san Francesco e quella di Cristo, a cominciare dalle Stimmate sulla parete al di sopra dell’ingresso della cappella. All’interno la narrazione va letta orizzontalmente da sinistra a destra. Alla Rinuncia ai beni paterni segue, sulla parete opposta, la Conferma della Regola francescana, all’Apparizione al Capitolo di Arles corrisponde la Prova del Fuoco e alla Morte di san Francesco l’Apparizione a frate Agostino e al vescovo Guido d’Assisi, prima apparizione del Santo post mortem.

Perchè restaurare gli affreschi

Per salvare uno dei più amati e celebri cicli pittorici nel mondo dobbiamo agire in fretta e, a causa della pandemia i lavori sono stati più volte posticipati, ma finalmente sono pronti a ripartire.

Scopri maggiori dettagli

Nel 1512, durante un temporale, un fulmine distrusse il campanile sopra la cappella e, a causa del forte vento, la torre campanaria collassò sopra la chiesa. Le conseguenti infiltrazioni d’acqua e l’instabilità statica hanno fortemente danneggiato la parete di fondo, mentre una serie di alluvioni ha interessato le fasce inferiori. Più tardi, alla metà del ‘700, gli affreschi sono stati scialbati (ricoperti di intonaco) perché non si addicevano al gusto del tempo.

Uno dei principali danni fu causato dall’inserimento, sulle pareti della cappella, di lapidi e di due monumenti funerari: nel 1812 sulla parete sinistra fu realizzato il monumento funebre dell’architetto Giuseppe Paoletti, mentre ne 1818 sulla parete destra fu murato quello di Niccolò Gaspero Paoletti.

Fu solo alla metà del ‘800, che la magnificenza degli affreschi di Giotto e l’umiltà del suo san Francesco d’Assisi furono riportati alla luce. Da quel momento una progressiva consapevolezza della bellezza e dell’importanza dell’arte giottesca ha contribuito a segnare la nascita della grande tradizione italiana del restauro.

Giotto, “San Francesco predica davanti al sultano (Prova del fuoco)", scena delle "Storie di san Francesco", 1317-1325, affresco. Firenze, Santa Croce, transetto destro, cappella Bardi

Giotto, Prova del fuoco, scena delle Storie di san Francesco, 1317-1325

Intervento di restauro

Il restauro degli affreschi è stato affidato dall’Opera di Santa Croce all’Opificio delle Pietre Dure (OPD), il più prestigioso ente di restauro in Italia, considerato un'eccellenza nel mondo.

In una prima fase preliminare, l'OPD ha esaminato in profondità il ciclo pittorico per comprenderne le condizioni reali e per poter creare un programma di conservazione a lungo termine.

Per questo motivo ha sviluppato, a partire dal 2009, un'articolata ricerca sull'opera di Giotto nella cappella Bardi. Grazie all'intervento della Getty Foundation di Los Angeles, è stata inoltre condotta un'innovativa campagna diagnostica tecnico-scientifica che ha arricchito ulteriormente l'ampia gamma di indagini analitiche non invasive che costituiscono lo standard per la pittura murale. Gli esperti coinvolti hanno condotto ricerche approfondite per comprendere le condizioni reali utilizzando gli strumenti più avanzati, in collaborazione con diversi istituti di ricerca.

Il restauro del ciclo di affreschi sarebbe dovuto partire nel 2020 ma, come è successo anche per altri progetti, è stato posticipato a causa della pandemia. Siamo però adesso orgogliosi di affermare che questo imponente lavoro sull’opera di Giotto è finalmente iniziato.

Scopri di più sul restauro

L'analisi dello stato di conservazione ha messo in luce criticità riguardanti sia l'intonaco che lo strato pittorico. Sul posto sarà presente un team di circa 10 specialisti, che si alterneranno nei mesi secondo le varie fasi del progetto di restauro.

Un passaggio importante nella procedura di restauro è il pre-consolidamento della pellicola pittorica, seguito da una prima pulitura, dal ripristino dell'aderenza tra la pellicola pittorica e il supporto, e infine da un'ulteriore pulitura. Gli esperti procederanno poi al consolidamento della pellicola, alla stuccatura di eventuali distacchi di strati pittorici per passare infine al restauro e, ove possibile, alla ricostruzione.
Un team tecnico controllerà inoltre periodicamente i livelli di temperatura e umidità.

Un aiuto prezioso

Nel suo impegno per questo grande progetto l’Opera ha ottenuto la piena collaborazione di Opificio delle Pietre Dure (OPD) di Firenze, che ha messo a disposizione del progetto la propria professionalità e le proprie risorse e ha condotto, in anni recenti, un approfondito lavoro di ricerca sull’opera di Giotto nelle Cappelle Bardi e Peruzzi.

Per poter avviare il complesso lavoro di restauro, che avrà una durata di circa tre anni, è stato decisivo il contributo di:

  • Fondazione CR Firenze - Fondazione di origine bancaria, un ente senza scopo di lucro che persegue l’interesse sociale attraverso un attento programma di investimenti e progetti sul proprio territorio di intervento e che da sempre dedica grande attenzione alla promozione della cultura e dell’arte e alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali.
  • A.R.P.A.I – Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano, che opera per la salvaguardia del Patrimonio artistico italiano e che dal 1989 ha finanziato interventi su oltre trecento opere. Con questo progetto A.R.P.A.I ha scelto di rendere omaggio alla memoria della Contessa Florence e del Conte Paolo Marzotto, fondatore e già presidente dell’Associazione.


Sia Fondazione CR Firenze che ARPAI intervengono utilizzando lo strumento specifico dell’Art bonus.

Come donare

Si stima che il lavoro complessivo di restauro degli affreschi durerà almeno tre anni; l’intervento interessa tutta la cappella ed è sostenuto solo grazie ai fondi raccolti con le visite e le donazioni private. Partecipa anche tu alla campagna di raccolta fondi #Giving4Giotto: sarai parte di un progetto di rilevanza storica per la salvaguardia di un bene che è di tutti. Ogni contributo, anche il più piccolo, è estremamente prezioso.

Scopri di più sull’Opera di Santa Croce e sulla sua missione di tutela:

Come donare dall'Italia

Le donazioni destinate al sostegno della cultura in Italia possono usufruire dell’Art bonus, uno strumento legislativo che ti permette di usufruire di un credito di imposta pari al 65% della somma che scegli di donare per sostenere la salvaguardia del patrimonio artistico italiano.

Utilizzare questo strumento è molto semplice, ti basta fornire il codice fiscale o la tua partita IVA insieme al nome del progetto che vuoi sostenere nella causale del versamento. Visita la nostra pagina sul portale Art bonus e troverai istruzioni precise: Art bonus per Santa Croce

Come donare dall'Europa

L’Opera di Santa Croce è parte del network TGE (Transnational Giving Europe), che consente a tutti i privati cittadini o aziende residenti in Europa di effettuare una donazione godendo dei vantaggi fiscali previsti dalla legge in vigore nel proprio Paese. È attivo in diverse nazioni e può essere applicato a donazioni destinate al sostegno di enti no-profit che operano negli altri stati membri: è uno strumento prezioso che favorisce il mecenatismo internazionale e la tutela del patrimonio culturale europeo. È possibile consultare la lista dei paesi e delle organizzazioni che fanno parte del circuito: transnationalgiving.eu/italy

Per avere maggiori informazioni sulle donazioni dai Paesi Europei scrivi a: donors@santacroceopera.it

Come donare dagli U.S.A.

Chi risiede negli Stati Uniti può sostenere il complesso monumentale di Santa Croce tramite la Myriad USA, Ways To Give – Myriad USA che agevola donazioni da singoli individui, famiglie, aziende o fondazioni. È possibile ottenere il massimo beneficio fiscale consentito dalla legge U.S. e la donazione può essere effettuata in tre diversi modi:

Con carta di credito: collegati alla nostra pagina sul portale della fondazione e clicca “donate”

Per posta tramite assegno: il tuo assegno va intestato a Myriad Usa specificando “American fund for Opera di Santa Croce - Giotto” sul retro; l’assegno va quindi spedito a Myriad USA, 551 Fifth Avenue, Suite 2400, New York, NY 10176

Tramite bonifico bancario o per contribuire in altri modi: contatta direttamente Myriad USA scrivendo a brenda@myriadusa.org or  telefonando a  (212) 713-7660.