Storia di Santa Croce
La costruzione
Secondo la tradizione i primi compagni di Francesco giunsero a Firenze già nel 1209. La città era in crescita, si lavorava la lana esportando tessuti in tutta Europa, e per rispondere alla richiesta di manodopera molti contadini lasciavano i campi per trasferirsi nei borghi, insediamenti costruiti all’esterno delle mura. I frati dei nuovi Ordini religiosi mendicanti si stabilirono tra questi abitanti: i francescani scelsero la riva nord dell’Arno, in una zona paludosa, invasa spesso dalle piene del fiume. Nel 1228, quando Francesco fu proclamato santo a due anni dalla sua morte, viene nominata per la prima volta la chiesa di Santa Croce.
Tra il 1252 e il 1267 il primo edificio fu sostituito da un secondo, ma anche questo presto non bastò più per contenere i fedeli e si progettò un complesso molto più ampio: la prima pietra della chiesa attuale fu posata il 3 maggio 1294 (o 1295, l’anno è controverso). Ci si affidò al principale architetto fiorentino, Arnolfo di Cambio e, prima della sua morte avvenuta tra il 1302 e il 1310, la parte dell'abside era quasi ultimata.
Dopo il transetto si passò alle navate, fino ad arrivare al completamento dei lavori intorno alla fine del XIV secolo, la chiesa però fu consacrata solo nel 1443 da papa Eugenio IV. Santa Croce – la cui forma rievoca l’abito di san Francesco – ha cappelle che si aprono sul transetto e tre navate separate da pilastri con archi a sesto acuto. Lo slancio verticale che caratterizza gli edifici gotici è attenuato dal camminamento sopra le arcate e dalla copertura che, invece delle volte ogivali, ha travature lignee. Dal Trecento le pareti vennero decorate ad affresco: una tecnica rapida ed economica per raccontare episodi sacri rendendoli comprensibili anche gli illetterati.
Fra il quarto e il quinto pilastro fu eretto un tramezzo, che nelle chiese conventuali separava i religiosi dal popolo: una costruzione su due piani con cappelle che – insieme agli altri altari, ai dipinti, alle vetrate, agli apparati effimeri – rendeva l’interno della chiesa disarmonico e coloratissimo.
Rinnovamenti cinquecenteschi
Nel 1566 il duca Cosimo I de’ Medici affidò a Giorgio Vasari il compito di rinnovare le chiese fiorentine annesse ai conventi, tra cui Santa Croce, per adeguarle alle direttive del Concilio di Trento. Vasari abbatté il tramezzo che impediva il contatto dei fedeli con l’altare maggiore, su cui fu collocato un grande ciborio per l’Eucarestia, punto centrale della scenografia sacra. Si voleva così riaffermare la presenza reale di Cristo nell’ostia consacrata, messa in discussione dalla Riforma protestante. Inoltre, per ovviare al disordine visivo che contrastava con il decoro e la simmetria imposti dalla Controriforma, alle pareti laterali della navata – imbiancati gli affreschi ed eliminate le cappelle – furono addossati quattordici nuovi altari simmetrici.
Luogo della memoria
Santa Croce è caratterizzata dalla vocazione alla memoria, che l’ha resa Pantheon di un’intera nazione. La chiesa fu prima tempio funerario dei Francescani, poi dei membri delle ricche famiglie del quartiere: li ricordavano lastre marmoree “terragne” murate nel pavimento, per unire, alla volontà di segnalare il luogo della sepoltura, un proposito di umiltà, adeguato agli ideali degli Ordini mendicanti.
I sepolcri di Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini, cancellieri della Repubblica fiorentina, testimoniano il passaggio di Santa Croce a custodia delle glorie fiorentine; la tradizione di onorare nella chiesa la memoria dei grandi fu ripresa nel 1564 da Cosimo de’ Medici per Michelangelo. In seguito l’editto di Napoleone, che vietò per motivi igienici le sepolture nelle chiese, spinse Ugo Foscolo a comporre i Sepolcri (1807), nei quali addita Santa Croce come luogo consacrato alla memoria, tempio che accoglie «l’Itale glorie!», dalle cui virtù si deve trarre ispirazione. Santa Croce si trasforma così da Pantheon cittadino a Pantheon degli italiani.
Nell’Ottocento, dato il rilievo assunto dalla chiesa, si avvertì la necessità di ultimare la facciata che venne completata nel 1865, in concomitanza con i festeggiamenti per il sesto centenario della nascita di Dante. Nel 1933 Santa Croce venne elevata al rango onorifico di basilica. Fu il suo ruolo di Pantheon italiano a ispirare la scelta di utilizzare una parte dei sotterranei per onorare la memoria dei “Caduti per l’idea fascista”, per legittimare il fascismo in senso nazionalistico. Il sacrario fu inaugurato nel 1934, e nel 1937 l’ampio vano sotto la sagrestia venne scelto per ricordare i soldati fiorentini caduti nella Guerra del ’15-’18. Nel dopoguerra gli ambienti furono trasformati e dedicati ai fiorentini “Caduti per la Patria dopo la Prima Guerra Mondiale”. Sfregiata nel corso dell’alluvione del 1966, Santa Croce è stata oggetto di imponenti lavori di restauro sia alle strutture che alle opere d’arte.